sabato 19 marzo 2011
Trasferimento
Trovare il caseggiato in mezzo a quell'alveare di case popolari di 10 piani ciascuna, fù un'impresa. C'erano civici, interni di civici e interni degli interni dei civici. Ci mettemmo di più a rinvenire la palazzina che a percorrere il tragitto che da Torino arriva a Piacenza.
Finalmente, nel primo pomeriggio arrivammo a destinazione, Inequivocabilmente, nello spiazzo frontestante lo stabile c'era parcheggiato un grosso autocarro con la scritta " Famiglia Darbadi, giostre".
L'appartamento si trovava all'ottavo piano di uno stabile palesemente popolare, di costruzione abbastanza recente, ma tenuto piuttosto male.
Fummo accolte in maniera molto famigliare dai cugini di Juri, una coppia di coniugi sulla trentina, senza figli ma con un paio di yorkshire che appena ci videro iniziarono ad abbaiare come dei forsennati.
La casa era molto decorosa, ma piuttosto spoglia. Ci fecero accomodare in un salottino dove il volume della televisione faceva da padrone, e mentre lui, Nino, ci intratteneva facendoci domande sui rapporti che avevamo con il resto della famiglia, lei, Francesca arrivò con un vassoio sul quale aveva riposto dei biscotti e le tazzine di caffè.
venerdì 18 marzo 2011
Vado avanti
La vita continua..
venerdì 11 marzo 2011
Leggendo dentro..
Dopo qualche secondo mi allontanò, e mi sorrise guardandomi negli occhi.. " Ti sei divertita Nini a casa di Nadia..?" mi domando. " Si tanto mamma. Abbiamo dormito nei sacchi a pelo sparsi sul pavimento perchè non c'era posto per tutti.." risposi..
Ora che anche io sono mamma, posso comprendere ciò che non compresi quella sera.
Pensavo di averla fatta franca, pensavo che mia madre avesse incassato le mie bugie, pensavo di essere stata convincente con le mie parole e i miei occhi che volevano evitare di essere sfuggenti.
Invece le mamme leggono dentro..
Le mamme sanno tutto ed a volte tacciono..
Profumo di casa
Maddy..la mia piccola sorellina, la mia grande complice. Maddy, che ancora oggi a distanza di anni, è la mia amica migliore e una delle tre donne più importanti della mia vita. Maddy, con la quale non ricordo di aver mai litigato.
I miei genitori fortunatamente non c'erano, così ebbi tempo di infilarmi immediatamente sotto la doccia e togliere quell'odore strano di canfora mista a legno bruciato che mi sentivo addosso.
Mentre mi lavavo Maddy si sedette sul coperchio della tazza del cesso, e iniziò a bombardarmi di domande, non riuscendo neppure ad aspettare la risposta di quella precedente che già era passata alla successiva.
Mi asciugai i lunghi capelli e mi infilai un pigiama pulito, profumato di Coccolino.
Quindi iniziai ad apparecchiare il tavolo, visto che ormai era quasi ora di cena.
L'impressione che avevo mentre appoggiavo piatti e bicchieri sul tavolo di fòrmica verde, era di essere sempre rimasta li a casa, di non essermi mai mossa. Allora, forse, era stato tutto un sogno, forse era ancora il 30 dicembre e dovevo ancora vivere tutto.. E forse la realtà sarebbe stata diversa, magari meno deludente.
A volte mi piace avere questi pensieri strani. Ho tanta immaginazione e mi piace giocare con le mie sensazioni. E non parlo solo di allora..continuo imperterrita anche oggi...
mercoledì 9 marzo 2011
Finalmente a casa

Arrivammo alla Foce più o meno verso le 14.00. Il tempo di salutare la numerosa famiglia, quindi io e Lucia ci mettemmo in cammino, sulla strada del ritorno.
Ricordo che non parlammo fino al casello di ingresso in autostrada. Entrambe eravamo immerse nei pensieri.
Una volta imboccata l'autostrada, le chiesi il motivo del suo silenzio.
C'è da dire una cosa che non ricordo sia già stata detta. Lucia era innamorata persa di Rubens, ma quest'ultimo non lo era assolutamente di Lucia. Ci giocava, ci scherzava, ma fra loro non c'era stato mai neppure un bacio. Così venne fuori che lei da questo breve soggiorno, aveva avuto grandi aspettative. Tutte rovinosamente crollate, visto che Rubens si era guardato bene di fermarsi a Neirone e dividere il letto con lei a capodanno, anzi, non era neppure presente al momento dei saluti, perchè sembra non fosse ancora rientrato dalla serata che, dopo la cena da nonno Giacomo, aveva continuato in qualche discoteca con amici. Probabilmente era invece finito nel letto di qualche gnoccolona genovese.
Lucia quando era triste e delusa, non piangeva. Non piangeva mai a dire il vero, ma le veniva una rabbia atroce. Così per tutto il tragitto sfogò la sua rabbia lanciando maledizioni e sciagure varie verso il povero e ignaro Rubens e verso tutto il resto della famiglia.
Finalmente verso le 17.00 fummo a Torino. Mi lasciò davanti a casa dandomi un freddo saluto e ripartì in direzione del paese.
Prima di salire a casa stetti sul marciapiede a guardare il balcone della mia camera, godendo del solo pensiero che li dietro c'era la mia stanza calda ed il mio letto pulito. Riuscivo da li sotto a sentirne il tepore.
Che strana la vita. Avevo provato gioia infinita, poche ore prima, al pensiero di raggiungere Juri a Neirone, ed ora provavo con la stessa intensità, gioia infinita per essere tornata a casa.
Pensai che è proprio vero che non si è mai contenti di nulla.
martedì 8 marzo 2011
Disgelo..
Si diresse verso la stufa e si rannicchio vicino ad essa, come se volesse abbracciarla. Mi venne da ridere a vederla raggomitolata a cercare di assorbire calore, come un serpente. In fondo era una vipera. Il paragone mi faceva davvero sorridere.
Stette qualche minuto in quella posizione, poi venne a sedersi vicino a me, cercando di accaparrarsi un lembo del mio plaid che tenevo invece saldamente per evitare che anche solo una parte del mio corpo si scoprisse.
"Racconta...Com'è andata..? " chiese con un mezzo sorriso. Non feci in tempo a rispondere che sentimmo il rombo di un motore e rumore di pneumatici , accarezzare i ciotoli dello sterrato antistante la cascina. Il motore si spense e una portiera fù fragorosamente sbattuta. Pochi passi sul selciato e sull'uscio di casa comparve Marco.
lunedì 7 marzo 2011
La luna si nasconde..
martedì 1 marzo 2011
Voglio te..
Nonno Giacomo, ( così lo chiamavano tutti ), aprì un mobiletto tirando fuori un paio di asciugamani, e porgendoceli, invitò Lucia e me a seguirlo al piano superiore. Lento come una tartaruga stanca, iniziò a salire le scale. Imboccammo un corridoio gelido, e ci fermammo davanti alla porta di una stanza.
" Questa è la vostra camera " disse, "ed il bagno è quella porta al fondo del corridoio. Se avete bisogno di qualcosa, chiamatemi, io dormo sotto ".
Non avevamo portato nulla con noi, non avevamo pigiami nè detergenti per la pulizia personale. Che stupida ero stata.. Eppure immaginavo e speravo di poter passare la notte con lui, e non mi ero organizzata.
La stanza era un frigo, e Lucia, superato il primo momento di disorientamento, disse che non si sarebbe tolta nemmeno le calze, ma avrebbe dormito completamente vestita com'era.
Le lenzuola erano felpate e profumavano di pulito. Beh, perlomeno erano state cambiate in previsione del nostro breve soggiorno.
La porta della stanza si aprì improvvisamente, e la figura di Juri ci si presentò di fronte. "Vieni" disse e girandosi si diresse verso il fondo del corridoio.
Come un'automa presi la mia borsa ed andai.
Entrammo nell'ultima stanza, che capiì essere la sua, in quanto disordinatissima.
C'erano pantaloni e maglioni buttati sulle sedie, e scarpe sul pavimento in ordine sparso. La temperatura era identica a quella del resto della casa. Mi sembrava di essere al Polo.
Si sedette sul letto matrimoniale, che al contrario di quello dove avrebbe dormito Lucia, era un campo di battaglia, e iniziò a spogliarsi.
Io invece rimasi per qualche minuto in piedi, ferma nella stessa posizione. Avevo freddo cacchio. Un freddo bestiale di quelli che una volta entrato nelle ossa si impossessa di tutto il corpo e non se ne và manco se abbracci una stufa.
" Beh? ..cosa aspetti..? Non vuoi festeggiare ? Lo conosci il detto no..?" Disse con un sogghigno animalesco..