mercoledì 17 novembre 2010

La Passione.

E così fù, come preannunciato la sera prima.
Quella mattina mi alzai come il solito, mi lavai come il solito e mi preparai come il solito. Tutto come il solito; anche il tragitto verso l'ufficio era il solito, ma solo il mio corpo compiva queste solite azioni. Un'automa, un corpo guidato da un pilota automatico.
La mia mente era lontana anni luce dal mio corpo.
Iniziò un lungo Calvario.. Un percorso di Passione, come lo chiamò Lui
Quella mattina di ottobre si costituì, e fù immediatamente arrestato.
Igiorni che seguirono li ricordo a malapena, perchè furono intensi e confusi.
Vi fù il processo per direttissima, al quale io, avvisata dai fratelli, partecipai.
Chiesi un giorno di ferie, che mi fù concesso solo grazie alla mia collega che si prestò a coprire anche il mio incarico.
C'era il sole la mattina in cui mi presentai davanti alle porte del Tribunale di Asti. Sembrava fosse tornata l'estate, a dispetto di chi l'estate la vive all'aria aperta, fra musica, giochi e brezza che scompiglia i capelli.
Insieme a tutto il resto della famiglia, seduta sul gradino del marciapiede, permettevo a quell'ultimo caldo sole di penetrare la mia pelle, sperando di poter abbracciare Juri e di potergli trasmettere tutto il mio calore, ed il calore di quel sole che per un pò non avrebbe più potuto lambirlo.
Fù tragico quando arrivo la camionetta delle guardie penitenziarie. Dal portellone posteriore scesero tre uomini. L'ultimo a scendere fù Juri. Le manette stringevano i sui polsi magri, ed il suo capo era chino. Non alzò lo sguardo nemmeno quando sua madre invocò disperata il suo nome. Io ero impietrita.
Entrammo anche noi.
Il processo iniziò dopo circa mezzora, e fù molto breve. La condanna ci colpì come un macete. Dopo la sentenza le guardie lo aiutarono ad alzarsi dalla panca, e fù in quel momento che sua madre e sua sorella iniziaro ad urlare, ad imprecare contro il Giudice, contro la Giustizia in generale.
Come una "posseduta" piangendo, iniziai ad urlare a mia volta. Non c'era verso di arrestare la mia voce e le mie lacrime, e più i suoi fratelli cercavano di zittirmi, stringendomi a loro, più imprecavo ed insultavo la Corte.
Ricordo invece in modo nitido lo sguardo di Juri mentre lo trascinavano via. Ricordo le sue parole.." Non starò molto qui. Manuela..prenditi cura di mia mamma. Non lasciarla sola. Portala via di qui, portala via....".

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