mercoledì 23 settembre 2009

nuovi amici.. Ma di chi..?

E' passato un pò di tempo, chiedo scusa a coloro che attendevano il continuo, ma necessitavo di una pausa. Scrivere la mia storia ha risvegliato in me ricordi..particolari che pensavo di aver sotterrato o superato. Ora, grazie a D, mi sento pronta a ricominciare, o meglio a continuare il mio racconto.
Ebbi modo, nel mese successivo, di conoscere due nuove persone, che sempre più assiduamente, frequentavano la famiglia Rossi, raggiungendo i giostrai nelle varie località ove essi piazzavano le attrazioni. Due ragazzi all'apparenza simpatici e bonaccioni.
Due gagè pur sempre, ma guardati senza diffidenza dai miei amici giostrai. Avevano saputo conquistare la fiducia dei miei futuri "suoceri" ed ormai non c'era più giornata in cui non si fermassero a consumare pranzo e cena insieme a noi.
Cesare, detto "Ceres", ( lascio al lettore la ricerca dell'attinenza fra nome e soprannome) era il più affabile fra i due. Rideva per un nonnulla, brillante ed a voler vedere ardito e esagerato nelle sue manifestazioni, poi Dino, soprannominato Bonzo, più serioso e impenetrabile, una sfida per me, da sempre convinta che dietro quegli atteggiamenti si nasconda il classico "tormentato ma buono".
L'impulso di simpatia che provavo nei loro confronti, entrava però sempre di più in conflitto con una una profonda sensazione di fastidio. Eh si .. perchè ogni qualvolta erano presenti loro, (cioè sempre ormai) Juri si allontanava da me. Si appartavano lontano da tutti o si rifugiavano nel bar del paese ed erano eterne le ore in cui non sapevo dove fosse e cosa stesse facendo.
Cercavo di consolare me stessa, giustificando il loro comportamento. Ma si, in fondo gli uomini da sempre stanno con gli uomini, avranno da parlare, da raccontarsi le loro esperienze, parlare di donne probabilmente, magari davanti ad un boccale di birra o una caraffa di buon vino astigiano. E rifugiandomi in questo pensiero, trovavo sollievo concentrandomi sul sesso delle quaglie da consegnare a coloro che avevano ottenuto un buon punteggio al tiro a segno...( in realtà non sono mai riuscita a distinguere il maschio dalla femmina, ed i contadini facevano espressa richiesta, ai fini degli accoppiamenti..)
E giunse settembre e con esso, l'agognata festa del mio paesino.
Mi sembra fosse di venerdì, io pranzai a casa mia, con i miei genitori, poi dopo aver aiutato mia madre a risistemare la cucina, scesi in paese, con il solito entusiasmo di sempre.
Arrivai in piazza ed entrai nella carovana dei genitori di Juri. C'era un silenzio irreale, sembrava di essere in Messico, nell'ora della siesta. Erano le prime ore del pomeriggio, il sole era ancora molto alto, e faceva caldo nonostante fosse settembre. Il padre riposava, i fratelli anche, tutto il paese in realtà sembrava stesse riposando ( o forse lo ricordo così io ) la madre, seduta sulla solita sedia di legno posta all'ombra, spiumava una gallina, già in previsione della cena serale, mentre fra le nuore vi era chi lavava i pentoloni usando una pompa all'esterno e chi ramazzava freneticamente il perimetro delle carovane alzando un nuvolone di polvere.
I bambini giocavano, ma anche questa attività ludica si compiva nel pieno rispetto per chi stava riposando. Nulla di diverso rispetto al solito... no.. non è vero, mancava Juri, e all'appello mancavano anche Ceres e Bonzo.
Intorno alle 16.00, con il cessare della calura, tutto si risvegliò...il paese, la musica, le ragazzine che iniziavano ad arrivare, le auto dei ragazzi che giungevano dai paese attigui e che popolavano quelle strade solitamente semi-deserte.
Presi posizione al tirasegno. Lavoravo, ma il mio sguardo cercava in ogni istante di scorgere l'accapigliatura bionda a me tanto familiare, fra le persone, il cui numero aumentava con l'approssimarsi della sera.
Incomiciavo ad essere attanagliata dall'ansia..

il sangue...

Quella stessa estate vi furono altri avvenimenti negativi, a luglio Juri durante una lite furibonda con i fratelli, ruppe battendo i pugni sul tavolo durante la cena, alcune stoviglie, provocandosi lesioni profonde alle braccia le mani ed i polsi. Ferito e sanguinante scappo a bordo della sua auto.
La mia casetta di campagna si trova in cima al paese, immersa nel silenzio, poichè proprio in quel punto la strada, ormai sterrata, finisce. Stavo cenando con la mia famiglia, quando sentiì il rombo del motore di un veicolo ed una frenata sulla ghiaia. Corsi in cortile, seguita da mia madre, e vidi venirmi in contro Juri. Aveva gli abiti intrisi del sangue che fuoriusciva dall'arto destro, il viso imbrattato..... ho davanti agli occhi ancora la sua immagine.
Era fuori di se...!
Voleva soldi, gridava proferendo parole senza senso....io spaventatissima, non riuscivo a capire cosa fosse successo.
Credo non siano passati più di 2 o 3 minuti, durante i quali urlavamo tutti....lui chiedeva denaro.....io gli dicevo che non poteva andare da nessuna parte in quelle condizioni.... e mia mamma poverina era corsa in casa a prendere garze e disinfettante, senza rendersi neanche conto che era del tutto inutile ciò che aveva preso....! Non si trattava di un graffio ....!
All'improvviso salì in auto e riparti a folle velocità alzando una nuvola di polvere.
Lo trovarono i fratelli durante la notte privo di sensi a bordo del vecchio 112 abart, fermo sul ciglio della statale che porta ad Alessandria.
Fu ricoverato e stette 10 giorni presso l'Ospedale della città. Dovettero operarlo, in quanto aveva avuto lesioni ai tendini, e dovettero fargli alcune trasfusioni. Aveva perso troppo sangue.
I sanitari dissero ai genitori che sarebbero bastate altre 4 ore, e sarebbe probabilmente morto dissanguato.

martedì 22 settembre 2009

.. amica di Giuda

Lucia entrò nella roulotte dopo che Juri fù uscito dalla stessa. Aveva un sorriso malizioso impresso sul viso...! Non mi chiese nulla, e dette per scontato che in fondo la cosa non mi era dispiaciuta affatto. Parlò di amicizia, di favore fatto a me, ( ma quale favore?) di coraggio, mi disse che se non fosse stato per lei sarei rimasta vergine fino al matrimonio, si proclamò paladina nell'aiutarmi ad abbattere la mia reticenza nel "concedermi" era fiera e felice del suo gesto....! Parlava solo lei, mentre io, cercavo di non ascoltare le sue stupide parole.
Ma il peggio è che mi convinse, e che alla fine pensai che forse in fondo aveva ragione lei... ! Si è vero, non era andata come speravo... o meglio come avevo sognato.
Nelle mie fantasie da innamorata non c'erano i calci e neanche gli schiaffi, ma questo è un particolare di poco conto no?
E' risaputo poi che nella maggior parte dei casi, in amore, le donne tendono ad addossarsi le colpe anche quando colpe non ne hanno, scavando nella propria mente per trovare motivi che possano giustificare i gesti compiuti su di loro dal proprio uomo.
Lucia ed io rimanemmo ancora amiche ..... e lui ... nei giorni a seguire si comportò come se quella sera non fosse accaduto nulla.

mercoledì 16 settembre 2009

...angelo ferito



Finalmente l'anno della mia diciannovesima stagione estiva mi vedeva in possesso di patente e libera di poter gestire da sola i miei spostamenti.
Anche l'automobile l'avevo comprata in funzione del mio "legame" affettivo.
Sapevo che Juri amava le Golf, quindi, facendo orecchie da mercante sui consigli dati da mio padre, con quanto risparmiato fino ad allora mi ero comprata un bellissimo Wolkswagen Cabrio nero, con i sedili verde muschio in alcantara con il quale sfigavo per le strade e le contrade.
Quella macchina era diventata praticamente la macchina di Juri, il quale ne prendeva possesso nell'attimo in cui giungevo da lui, sparendo e tornando magari dopo ore. Non gli ho mai chiesto dove andava, e soprattutto con chi si allontanava ...!
Quell'anno però fù marchiato da alcuni fatti che segnarono per parecchio tempo la mia vita in modo negativo.
Era un venerdì credo, di una bellissima serata di primavera inoltrata, ero partita dalla mia città subito dopo aver terminato l'orario di lavoro, per raggiungere i miei amici Sinti. Nel paese in festa mi attendeva Lucia, giunta prima di me in quanto priva di impegni professionali.
La serata trascorse come sempre, lavorai fino alle 23.00 al tirasegno poi ricevetti il cambio da Rubens.
Per tutta la sera non avevo visto nè Juri né Lucia, per cui iniziai a girare la piazza, cercando di individuare almeno la mia amica fra la folla di gente che si divertiva.
Fù lei a trovare me...! La vidi giungere e farsi spazio fra le persone, ma guardandola arrivare, capii subito che c'era qualcosa che non andava. Prima ancora che potessi chiederle cosa era successo, mi prese per un braccio e mi tirò a se. Avvicinò la bocca al mio orecchio.....La musica copriva prepotentemente la sua voce, ma mi bastò sentire le parole " Juri" .... "male" per sentirmi assalire dall'angoscia.
Le chiesi se sapeva dov'era ed al suo cenno affermativo le gridai di portarmi da lui.
Mi prese per mano ed insieme raggiungemmo la campina all'interno della quale si trovava Juri.
Entrai per prima dentro quella roulotte piccolissima, che fungeva solo da dormitorio per lui ed il fratello Rubens, ma appena dentro, la porta si chiuse alle mie spalle.... Lucia rimase fuori...!
Preferisco non entrare nei dettagli di ciò che accadde dopo... mi sento solo di aggiungere che un uomo, non farebbe mai ad una donna che ama ciò che Juri ha fatto quella sera a me..!
A me che avevo vissuto per 1000 e più volte nei sogni la mia prima volta ... a me che nella mia immaginazione era comunque un "momento di assoluta dolcezza e di infinita passione".
Fra i ricordi della mia prima volta c'è l'odore dell' alcool... il buio....e la musica che copriva impietosamente la mia voce.......!
Anni dopo un ragazzo al quale raccontai questa storia mi accarezzò i capelli dicendomi "..povero angelo ferito ...".... oggi è mio marito...!

lunedì 14 settembre 2009

..il rosa ed il nero ...

Cercare di giustificare i lividi sulle gambe e sulle braccia era il compito più difficile. I miei genitori sembrava sentissero che c'era qualcosa di strano che a loro sfuggiva, ma credo rifiutassero inconsciamente l'idea che i lividi fossero provocati da qualcuno.
A loro rispondevo sorridendo che gli scossoni ricevuti durante i giri sulle macchine dell'autoscontro mi facevano sbattere contro le lamiere del mezzo, riuscendo sempre (forse...) a convincerli.Qualcuno si chiederà perchè accettassi tutto ciò. Beh ero entrata nell'ottica assurda che il fatto di essere picchiata fosse legato al reale interessamento che Juri aveva nei miei confronti.
Non che i Sinti menino regolarmente le proprie donne, ma non è neanche assurdo e raro assistere ad una scena di lotta corpo a corpo fra marito e moglie.Oltre tutto era l'unico contatto fisico che potevo avere con il mio uomo, perchè nonostante in previsione ci fosse la nostra unione, lui non mi aveva mai baciata, mai toccata.... proprio perchè la donna doveva arrivare illibata al matrimonio.
D'altro canto, questa "illibatezza" la conservavo con gioia, sognando il momento in cui l'avrei persa, dandomi a lui, tuffandomi in 1000 fantasie una diversa dall'altra, ove cambiavano gli scenari.. ! Nella mia immaginazione era comunque un momento di assoluta dolcezza e di infinita passione.
In tutto questo, ovviamente, accettavo anche il fatto che lui avesse rapporti occasionali con altre donne, e giustificavo il suo comportamento collegandolo ad una semplice necessità fisiologica.Lui sapeva alternare in modo istintivo e naturale la violenza e la dolcezza.... cosicchè bastava una parola dolce o una carezza sul viso per cancellare i momenti in cui la sua ira prendeva il sopravvento.Preciso che il matrimonio per loro non era inteso come cerimonia religiosa o civile, a secondo dei casi. No ...nessuna cerimonia...! Loro scappano.... facevano la così detta fuitina.... la coppia si allontanava rifugiandosi presso parenti dove soggiornava per qualche giorno. Al rientro si era a tutti gli effetti uniti nel vincolo indissolubile del matrimonio.

il vizio

Sembra una favola rosa questo racconto.... ma non è così.....! C'erano alcuni lati oscuri in tutto questo. Primo dei quali la tendenza di Juri all'alcolismo.
Quasi tutte le sere ormai disertava il lavoro, e recandosi nel bar del paese beveva litri di birra. Lo stato d'ebbrezza lo rendeva ancora più irrascibile di quello che già fosse di suo, e quando i fratelli andavano a recuperarlo per portarlo alle roulottes, andava in escandescenza, insultando, minacciando e a volte malmenando il malcapitato.
Decisero che l'opera di convincimento ed il suo recupero toccava a me, in quanto "futura moglie" , per cui in tarda serata mi armavo di pazienza e mi infilavo nei locali.
Ogni volta lo tovavo in compagnia di uomini che approfittavano del fatto che fosse lui a tirare fuori dalle tasche la mazzetta di denaro ed a offrire. Tutti piuttosto allegrotti direi, ma lui molto molto di più. Lui iniziava già ad ingurgitare alcool la mattina, quindi si può ben immaginare come fosse ridotto in serata.
Alle richiesta di venire via con me rispondeva con stupide risate, parole pesanti e volgari alzando le mani in segno di minaccia... fino a quando quelle mani hanno iniziato a colpire...!

venerdì 11 settembre 2009

...divento camminate


Da quel momento in poi quella divenne la mia occupazione fissa, visto che fungevo da specchietto per le allodole.
Nei due anni successivi ebbi la possibilità di seguirli durante la loro tournè, perchè Lucia finalmente aveva preso la patente. I Rossi durante l'inverno, avevano la loro ubicazione a La Spezia, dove c'è un Luna Park stabile tutto l'anno. A maggio iniziavano il loro giro, anch'esso più o meno sempre lo stesso, trasferendosi in Piemonte. Bra, Fossano, Carmagnola..... queste e molte altre erano le loro tappe, fino ad arrivare a Settembre, dove, finita la festa che si teneva nel mio paese, migravano verso la Liguria.
Qui facevano ancora tappa in qualche località marina, e finalmente verso Novembre tornavano a La Spezia. Noi, le fedelissime, non perdavamo una festa. A bordo di un vecchio FIAT 128 li raggiungevamo ovunque fossero.
I miei coetanei campagnoli, non vedevano di buon occhio la frequentazione, vuoi perchè era nata una specie di rivalità, vuoi perchè ci ritenevano sprecate, non perdevano occasione di criticare questa amicizia.
I miei genitori ... beh qui il discorso è leggermente diverso.... Mio padre e i miei zii cercavano di dissuadermi dal frequentare i Sinti, chiamandoli zingari. Mia madre invece cercava di mostrarsi aperta e priva di pregiudizi, e, tenendo sempre le mie parti, rispondeva al resto del parentado che erano "solo" amici e che non vi era nulla di male in tutto questo. In cuor suo però sapevo che non era serena e che temeva potesse nascere qualcosa di più importante nei confronti di qualcuno di loro.
Lei quando scendeva in paese durante la festa, andava sempre in piazza a salutare i genitori Rossi, i quali le parlavano di me esaltando il mio carattere. Mia mamma si raccomandava ogni volta chiedendo loro di sorvegliarmi ed ogni volta veniva da loro tranquillizzata....! Certo... perchè davvero venivo sorvegliata da tutti, ( hanno un senso di proprietà nei confonti delle loro donne, incredibile ... ) non potevo fare un passo che qualcuno mi chiedesse dove stessi andando. Forse mi sono dimenticata di dire che la "simpatia" che provavo nei confronti di Juri, era dal medesimo ricambiata.
Non ero la fanciulla di turno da spupazzarsi.... ero diventata la futura moglie di Juri .... ! Chi meglio di me poteva ricoprire quel ruolo ? Ero brava nei lavoro domestici ( benchè si pensi il contrario, i sinti sono molto attenti alla pulizia degli ambienti ed a quella personale), ero paziente con i bambini, molto mite, sapevo gestire una giostra e soprattutto ... per loro importantissimo .... ero vergine ..!
In quel periodo lavoravo durante la settimana presso un commercialista, come segretaria. Poi il sabato e la domenica mi precipitavo alle feste patronali, passando tutte e due le giornate con loro . Mi piaceva da morire l'usanza che credo ancora oggi usino, riferita ai pranzi ed alle cene. Trattandosi di una famiglia numerosa, i primi a sedersi intorno all'enorme tavolo della carovana della madre erano gli uomini. Noi servivamo loro i cibi ed il vino, portando i piatti pieni e togliendo quelli sporchi.
I bambini mangiavano seduti sugli scalini della carovana, il piatto in mano senza troppi convenevoli.
Quando gli uomini terminavano, si allontanavano in direzione del bar del paese, dove prendevano chi il caffè, chi l'ammazza caffè. Solo quando loro si erano allontanati, potevamo mangiare noi.... ovviamente ciò che rimaneva.... anche perchè non è che i maschietti si facessero molti scrupoli sulla divisione del cibo.
Un giorno, mentre unitamente alle altre donne servivo gli uomini della famiglia, il padre mi prese per un braccio e mi tirò verso di lui.. mi sorrise ( quasi impossibile vederlo sorridere..) e rivolgendosi agli altri componenti della famglia disse che da quel momento non ero più una gaggia ... Ero diventata una "camminante" , termine usato per denominare chi cambia la sua situazione da gaggia a sinta.
Ero alle stelle ......!

inizio a camminare da sola...

La festa del paese riferita al mio sedicesimo anno d'età mi trovava con le idee abbastanza chiare su chi dei fratelli Rossi fosse il mio preferito. Juri era il più bello per me, ma non era solo quello.... adoravo il suo modo di parlare di ridere di fumare.... ! Lui aveva 17 anni e portava i capelli biondi lunghi sulle spalle, con un ciuffo che gli copriva in parte i bellissimi occhi verdi/nocciola.
Era smaliziato e scaltro, molto più dei fratelli, ed aveva un successo sconvolgente con le ragazze.
Io nel frattempo ero entrata nelle grazie dei genitori e degli altri fratelli; il mio carattere mi aveva avvicinata a loro, abbattendo la diffidenza che notoriamente i "sinti" (così si chiamano i nomadi italiani) hanno nei confronti dei gaggi ( da gagè ossia le persone stanziali) . Non vedevo l'ora di poter uscire per correre in piazza, dove, anzichè divertirmi sugli autoscontri, mi prestavo ad aiutare le donne nei lavori domestici. Pulivo l'interno delle carovane, le aiutavo in cucina, lavavo a mano gli indumenti ed accudivo i bambini. Ah dimenticavo .... c'era un bimbo in più, Mirko... figlio di Pablo e Valeria, una bellissima creatura di poco più di un anno che portavo sempre con me qualunque cosa facessi, seduto sul mio fianco proprio come fanno le nomadi che siamo abituati a vedere mendicare negli angoli delle strade.
Quando finivo i miei compiti mi infilavo nella carovana che fungeva da cassa aiutando chi era di "turno " in quel momento a cambiare i dischi ed a vendere i gettoni.
Godevo da morire, perchè avevo gli sguardi invidiosi delle altre ragazze puntati addosso. Ogni tanto il giostraio con cui collaboravo tirava fuori dal cassetto tutti i soldi guadagnati fino a quel momento, mi chiedeva di contarli e mi mandava dalla madre a cui li consegnavo. Ella portava sempre sopra i vestiti, un grosso grembiule bianco, con delle tasche applicate anteriormente, all'interno delle quali infilava il denaro che le consegnavo. Devo dire che gli affari andavo piuttosto bene....!
Quel sabato di festa c'era più folla del solito. La piazza era gremita di gente, che quasi non si poteva camminare. Juri quella sera era destinato al tiro a segno, ed io ero li... vicino al baraccone con la mia amica Lucia. Da che mondo è mondo le ragazze carine attirano i maschietti come il miele attira le api, per cui attorno a noi si era formato un capannello di ragazzotti scherzosi con i quali facevamo scioccamente le spiritose.
E' stato in quel frangente che Juri, mi ha aperto la porta della rulotte adibita ad attrazione invitandomi all'interno e dicendomi che da quel momento avrei dovuto imparare a gestire da sola il tutto. Mi insegnò a caricare i fucili ad aria compressa, e mi spiegò quando consegnare i premi e quali consegnare. Mi fece vedere come dovevano essere prese in mano le quaglie, che si trovavano in una enorme gabbia e soprattutto mi mostrò dove dovevo posizionarmi mentre i clienti sparavano per non essere colpita dai pallini di plastica.
Dopo dieci minuti avevo il controllo completo della situazione, e dopo quindici lui aveva abbandonato la sua postazione, lasciandomi sola, per allontanarsi con la corteggiatrice di turno.

giovedì 10 settembre 2009

...la ranocchia è diventata principessa

Negli anni successivi diventava sempre più interessante aspettare la prima settimana di settembre perchè la ranocchia stava subendo una sorprendente metamorfosi trasformandosi , anno dopo anno, senza falsa modestia, in una principessa molto carina.
Ogni anno era fondamentalmente uguale a quello prima, il mercoledì arrivavano le giostre, il giovedì iniziavano a funzionare .. il venerdì il sabato e la domenica il paese si riempiva di gente. Poi il lunedì c'erano i fuochi d'artificio che contestualmente onoravano il Santo Patrono e segnalavano la fine della festa.
Il martedì i giostrai iniziavano le attività di smontaggio e il mercoledì la colonna di autoarticolati ripartiva in direzione del prossimo paese in festa, lasciando una piazza così vuota da far venire le lacrime agli occhi.
Solo qualche bottiglia di vetro abbandonata quà e là, qualche giocattolo rotto e immondizie varie venute alla luce con lo spostamento delle carovane, dimostrava che fino al giorno prima, proprio in quello spiazzo vi era un'atmosfera diversa fatta di luci e musica e divertimento.
Ho scritto che ogni anno era fondamentalmente uguale a quello prima, ma ripensandoci non è proprio così... La metamorfosi non riguardava solo lo sviluppo fisico visibile ma era caratterizzato anche da scariche ormonali non indifferenti, sia nella sottoscritta sia nei fratelli Rossi. Stavamo crescendo tutti quanti, anche la concessione degli orari di libera uscita era aumentata ... anche io con 1000 lire ed un sorriso potevo rimediare 7 o 8 gettoni... ma soprattutto ora le battutine sciocche proferite al microfono erano dirette anche a me... e questo fatto mi riempiva di orgoglio.
"...Alè alè alè ... anduma a muntè ca l'è bel.." ( tradotto ..andiamo a fare l'amore che è bello ...).. era la frase preferita di Juri.
E quando la sussurrava nel microfono ..guardava me...!

...la ranocchia...

Il giovedì le giostre inziavano a funzionare, ed le paghette settimanali accumulate durante l'estate venivano inesorabilmente dilapidate per l'acquisto dei gettoni. Bisognava usare i soldini parsimoniosamente perchè quelli erano e quelli sarebbero stati fino alla fine della settimana. Alla cassa dell'autoscontro prevalentemente stavano i due fratelli maggiori, ma nelle ore più tranquille, ossia nel primo pomeriggio ed in tarda mattinata, si alternavano via via gli altri fratelli, ad eccezione di Marcelloo, ancora troppo giovane per manipolare il denaro.
Cinque gettoni per 1000 lire, ma potevano diventare anche sei ... a volte sette.... con un sorriso, un ammiccamento.... !
Le macchinine giravano freneticamente sulla pista, accompagnate dalle canzoni. Ragazzotti giunti dai paesi confinanti approfittavano delle giostre per incontrare e conoscere ragazze . L'autovettura con a bordo le più carine veniva bombardata e presa di mira dai maschietti in un turbinio di scontri violenti che provocavano notevoli sobbalzi del mezzo ... anche quello diventava un parametro di misura...! Più scontri prendevi, più significava che eri "bona".
Quasi sempre l'interessamento manifestato da parte dei ragazzi ad una coppia di femminucce in particolare, veniva notata ed assorbita dal giostraio alla cassa, che commentava al microfono elargendo complimenti e battutine sciocche a voler vedere ripensandole oggi, ma che all'epoca ti facevano sentire importantissima.
A 13 anni, nessuno ancora mi prendeva in considerazione. Nessuno ancora calcolava seriamente una stanga di ragazzina dai lunghi capelli chiari, priva di forme, con la faccia da bambina, vestita come tale, visto che gli indumenti li sceglieva la mamma.
Sarebbe stato l'ultimo anno però..... lo sviluppo era alle porte e l'anno successivo la "ranocchia" si sarebbe sorprendentemente trasformata in "principessa..." ma questo non potevo saperlo.

mercoledì 9 settembre 2009

...vi presento la famiglia Rossi

Rossi era il cognome della famiglia di giostrai, composta da 7 fratelli ed una sorella. Il maggiore Marco ... un omone molto somigliante al padre, vicino alla trentina, sposato con Letizia e padre a sua volta di due bellissimi bambini un maschietto di due anni ed una femminuccia di pochi mesi, poi seguendo l' ordine di anzianità, vi era Karin una bella ragazza lentigginosa di poco più giovane di Marco, anch'essa sposata con un un simpaticissimo individuo che in seguito ho saputo essere stato clown in un piccolo e poco importante circo.
Karin, come suo fratello, aveva due bimbi molto piccoli. Pablo era il terzo...... lui, a fronte dei suoi 24 anni, era il "bello" della famiglia. Sposato con Valeria, gelosissima, non si risparmiava ad incontri fugaci con le ragazze più grandi del paese, che facevano a gara, esibendo minigonne inguinali e scollature mozzafiato per accapparrarselo anche solo per qualche attimo, dando il meglio in prestazioni veloci.
Queste cose le ricordo perchè seguivo interessata ed incuriosita, i racconti ricchi di particolari che poi esse facevano ridendo nel bar del paese, per nulla ingelosite dal fatto che dovessero condividere l'uomo fra loro, e perfettamente consapevoli che la settimana successiva, quando lui unitamente alle giostre si sarebbe trasferito in un altro paese, le avrebbe completamente cancellate dalla mente e ..dal cuore.
Non era raro assistere a liti violente fra Pablo e Valeria ...... nel frangente volava anche qualche schiaffo e qualche volta ho anche visto quest'ultima azzuffarsi con la ragazza di turno.
Il quarto fratello Rubens, all'epoca aveva 16 anni, un acerbo ragazzo lentigginoso come la sorella ma che prometteva bene..... lui era alla portata delle ragazzine giovani come me, come anche il quinto fratello .... Juri quattordicenne ( protagonista della mia storia) biondo, fisicamente molto diverso da tutti gli altri fratelli, ma molto carino.
Poi c'era Daniele, ragazzino dodicenne, che, se non fosse stata per la differenza d'età, poteva tranquillamente essere confuso con Rubens, in quanto aveva i suoi stessi tratti somatici, lo stesso sorriso, la stessa corporatura; per finire... l'ultimo della nidiata ....Marcello. Lui, con i suoi 10 anni, non lo prendevamo proprio in considerazione ...era un bambino in confronto a noi che ci sentivamo già "grandi"...!
Non è finita .... facevano parte della famiglia due ... direi .. cugini. Così venivano denominati ma poi di fatto non avevano alcun legame di parentela con i Rossi. Mauro e Nunzio erano gli aggregati o meglio i lavoranti. Completamente analfabeti, tozzi e muscolosi, ma con una forza fisica mostruosa, erano coloro che dovevano eseguire i compiti più duri durante il montaggio e lo smontaggio delle giostre. Ed erano anche coloro che poi durante le giornate della festa provvedevano a prelevare le vetture dal centro della pista dove venivano abbandonate da chi finiva il giro, per riposizionarle in fondo alla pista stessa, a disposzione di coloro che aspettavano per poter salire e godere del proprio giro. Anche Mauro e Nunzio avevano i loro piccoli momenti di gloria; tutte coloro che non avevano il fisico "adatto" per farsi notare dai proprietari della baracca, si rifugiavano fra le possenti braccia dei due lavoranti... che dovevano semplicemente armarsi di pazienza ed aspettare. Eh si perchè "farsi" qualcuno delle giostre, era un vanto; alla fine non importava tanto chi fosse, ciò che contava era avere qualcosa da ricordare e da raccontare, legato a quei mitici personaggi, durante le fredde e noiose serate dell'imminente inverno.

martedì 8 settembre 2009

la musica nell'aria



Il giorno successivo al loro arrivo, correvo in piazza... ed era sempre una meraviglia vederla occupata dalle giostre ormai montate. C'era un grosso autoscontro con il suo telone di copertura coloratissimo e le grandi casse acustiche posizionate su tutti i lati. Poi c'era una giostra a catene, volgarmente chiamata da noi "calcio in culo" poichè proprio una spinta data dall'amica seduta dietro ti spingeva verso l'alto, permettendoti di staccare la coda di coniglio appesa e conseguentemente vincere un giro. C'era una vecchia giostra per i bambini, con cavalli e macchinine, ed un Dumbo volante gigante...ed infine un tiro a segno, ove sparando con fucili ad aria compressa, si potevano vincere piccoli peluches, e per i più fortunati e mirini.... delle simpatiche quaglie...!

Indescrivibile il momento in cui finalmente dalle casse usciva la musica.... allora si ...l'atmosfera cambiava ancora.... ! Quella musica la sentivo anche da casa mia ... il pomeriggio, la sera, fino a tardissimo, musica che disturbava gli anziani del posto ( non ricordo un anno in cui non avessi sentito lamentele) ma che creava un senso di eccitazione nei giovani. Io avevo un orario da rispettare per il rientro, ed era pittosto presto, credo intorno alle 22.00, e ricordo che poi, nel mio letto, nel buio della stanza e immersa nel silenzio della campagna, sentivo da lontano le note delle canzoni ormai conosciute, e mi cullavo in fantasie da ragazzina.

Erano gli anni '80 ... credo il più bel periodo musicale che sia esistito. Beh le canzoni erano quelle che ancora oggi i giovani ballano in discoteca, ma poi c'era anche il lato zingaro-romantico, quindi melodiche e melensi canzoni dei Teppisti dei Sogni.... Robertino .... Wess e Dori Ghezzi....in un mix pazzesco e contrastante di generi musicali.

lunedì 7 settembre 2009

...così inizia la storia

Avevo circa 13 anni quando ho incominciato a godere di quel filo di libertà che i miei genitori finalmente avevano deciso di concedermi. Era l'estate di tanti anni fà, e come tutti gli anni anche quell'anno era arrivato settembre, esattamente la prima domenica del mese. Nel paesino dove trascorrevo le vacanze, la prima domenica di settembre coincideva con una grande festa, la festa patronale. Certo per un paese così piccolo, immerso nelle colline del Piemontesi, quella festa era un vero e proprio evento; i preparativi iniziavano già i primi di agosto, e ricordo che si girava di casa in casa per raccogliere vecchi oggetti, bomboniere mai esposte, giocattoli, e tutto quello che poteva servire per l'allestimento del banco di beneficenza. Quell'anno, alla luce dei miei favolosi 13 anni, finalmente anche io avevo il mio piccolo ruolo; insieme alla mia amica Lucia avevo il compito di passare in alcuni negozi, per raccogliere materiale per il famoso banco di beneficenza, nonchè aiutare il Parroco del paese a scrivere a mano i volantini da distribuire negli unici due bar del paese ove vi era illustrato tutto il programma di quei giorni di festa. Ma l'attrazione vera è propria ... quella che tutti aspettavano con ansia, erano le giostre .... e relativi giostrai. Percepivo l'eccitazione delle ragazzine un pochino più grandi di me, senza ancora capirne il motivo.... avrei capito qualche anno dopo...!
Il mercoledì antecedente la festa, la piazza principale del paese veniva invasa da grossi autoarticolati, sui quali rimorchi si potevano riconoscere le parti smontate delle giostre. Già nel pomeriggio il fragore delle lamiere accompagnava il lavoro degli "uomini delle giostre" , che poi a essere sinceri, erano più che altro ragazzi molto giovani......tutti indaffarati.... chi scaricava, chi montava le pedane, ognuno, aveva il suo compito, persino i bambini aiutavano per quanto potevano, mentre le donne entravano ed uscivano dalle grosse carovane, allestendo lo spiazzo antistante per la permanenza , quindi posizionando stendini, sedie e tavoli di plastica, catini per lavare la biancheria e via dicendo. Seduto sugli scalini della carovana, con lo sguardo sempre molto serio vi era un uomo silenzioso.... Aveva la classica "abbronzatura" del contadino, quella che genera le rughe profonde nella parte posteriore del collo e sulla fronte . Quell'uomo, che metteva quasi soggezione.... era il capostipite di quella numerosa famiglia .. ! Lui aveva solo il compito di controllare che tutti facessero la loro parte e che la facessero come Dio comanda.! C'era sempre profumo di cibo...!
Ricordo che vedendoli montare speravo che terminassero in serata, e che magari dopo cena, concedessero a noi ragazzine di fare qualche giro sull'autoscontro.

come nasce il mio blog ... grazie Chicca

eccomi qui.... chi non ha mai tenuto nella sua vita un diario..? Beh io l'ho sempre avuto, ho sempre ritenuto che fosse importante trascrivere le proprie emozioni, i propri sentimenti le proprie sensazioni....! Scrivere aiuta a sfogare le negatività, esaltare le positività, ma poi è rileggere che è fantastico...! A distanza di anni, sfogliando le pagine cartacee ingiallite, si possono ritrovare momenti della propria vita che si credevano dimenticati, fino quasi a rivivere le sensazioni provate in quel momento o nell'altro. Spesso persino si piange ... quasi avendo pena di se stessi per quanto vissuto...! A volte penso che sia un vero peccato che nel diario non possano essere inseriti i profumi. I profumi mi aiutano a viaggiare con la mente ...come la musica d'altra parte, risvegliando i ricordi.
Questa estate ..estate 2009, la ricorderò con gioia. Nella località dove trascorro le vacanze abitualmente, ho incontrato le mie amiche di sempre ed ho conosciuto persone nuove. Fra queste ultime una persona in particolare, una bellissima persona. Ed è così che una sera , sulla spiaggia, complice la notte, la musica, e forse anche l'alcool di un intruglio fatto da mio marito, mi sono ritrovata a raccontare una vecchia storia della quale ero stata protagonista da ragazza, alle mie amiche di sempre ed a questa nuova amica che nuova lo era solo temporalmente, ma di fatto mi sembrava di conoscere da molto tempo. E' lei che il giorno dopo.... sotto l'ombrellone, mi ha guardata e mi ha detto ..." ..ma perchè nn scrivi la tua storia ...? ci penso io ad aiutarti ..." !
...Ed eccomi qui