lunedì 1 agosto 2011

Il diario.


Il diario.. Il mio grasso e ricco diario, che conteneva ritagli di giornali, fotografie e soprattutto squarci di vita disperata.
Non potevano averlo letto, non l'avevano mai fatto prima. Mia madre aveva sempre decretato che non avrebbe mai letto i diari delle sue figlie, come dimostrazione della fiducia che dava loro. Almeno fino a quando questa fiducia non sarebbe venuta a mancare.
Troppe bugie avevo raccontato, troppe scuse a cui, solo un genitore che vuole continuare a nutrire questo sentimento di fiducia, può credere.
Presa dall'angoscia del sospetto che potessero aver appreso le cose terribili che conteneva quello "scrigno", feci una prova.
Una mattina, prima di recarmi al lavoro, misi sulla copertina rigida del mio "scrigno" un pezzettino semi-invisibile di carta. Se durante la mia assenza, qualcuno l'avesse aperto, il frammento di carta sarebbe scivolato via, e io non l'avrei più trovato. Avrei invece trovato conferma al mio sospetto.
Un paio di giorni dopo, quel pezzetto di carta, non c'era più..

La verità, una lama che penetra fino al cuore.

I problemi delle telefonate notturne erano appena iniziati. Quella fù solo la prima di una serie di squilli isterici che svegliavano tutta la famiglia nel cuore della notte.
Parole minacciose e biascicate, rese poco fluide dagli effetti dell'alcool, miste a pianti di sfogo, poi di nuovo, una sfilza di cattiverie ed accuse gratuite.
Non c'era orario. Potevano essere le due di notte, piuttosto che le quattro del mattino.
Non riuscivo più a controllare la situazione.
Qualche volta ho provato a staccare la cornetta, furtivamente, prima di andare a letto, ma non potevo farlo sempre.
Avevo nonni anziani, e se mai fosse accaduto qualcosa, non avrebbero avuto l'opportunità di chiedere aiuto.
Forse, furono proprio questi ultimi accadimenti che diedero la conferma ai miei genitori, di un sospetto latente e rifiutato fino a quel momento.
Il loro atteggiamento, nei miei confronti, divento improvvisamente distaccato e freddo.
La loro affettuosità diminuì, fino a sparire completamente. Non mi parlavano se non lo stretto necessario. Sparirono i sorrisi, le parole scherzose, gli abbracci a cui son sempre stata abituata.
Dal mio canto, facevo molta fatica anch'io a combattere questa freddezza. Sapevo di averli presi in giro da anni, e questo fatto mi provocava una morsa allo stomaco che non ne voleva sapere di attenuarsi. E questo agiva come freno.
Era chiaro che loro a quel punto, sapessero, ma non riuscivo a capire come e soprattutto cosa potessero sapere, e da chi poi.
Sospettai che Maddalena avesse spifferato tutto, ma la accusai ingiustamente. La fonte dalla quale avevano attinto, era un'altra..

Giustificazioni.

La mattina successiva, seduta accanto al tavolo, svogliata e con lo sguardo fisso allo schermo della tv, apparentemente concentrata sul TG , sorseggiavo il mio tazzone di caffè latte, come se nulla fosse accaduto, nonostante le borse gonfie di una notte insonne, segnassero i miei occhi.
Ero in attesa della richiesta di spiegazione da parte di mia madre, sul motivo della telefonata notturna, che ovviamente non tardò ad arrivare. Avevo passato la notte a pensare ad una giustificazione, una scusa da fornire nel modo più disinvolto possibile.
" Ma.. cosa voleva Juri?"
" Oh niente. Aveva mal di denti poverino, e mi ha chiesto cosa potesse prendere per attenuare il dolore "
" E ti chiama alle 2 del mattino..?"
Scazzata, come coloro che subiscono una ingiusta inquisizione, balzai dalla sedia.
" Ma se aveva male a quell'ora, cosa doveva fare? Stare con il dolore tutta la notte, per la paranoia di disturbare? Solo noi abbiamo questi stupidi preconcetti sugli orari da rispettare. E poi manco ci avrà pensato. Quella è l'ora in cui smettono di lavorare e per lui è del tutto normale pensare che le persone siano ancora sveglie, visto che solo a quell'ora le piazze si svuotano delle persone che si divertono alle feste patronali "
" Certo.." bofonchiò mia madre, uscendo dalla cucina " ..E' del tuttonormale.. a metà settimana ".
Non ero stata sufficientemente credibile.
Maddalena, seduta davanti a me, scosse la testa, ed approfittando dell'assenza di mia madre, sussurrò " Devi trovare una soluzione, ti metterà nei casini.."