lunedì 1 agosto 2011

La verità, una lama che penetra fino al cuore.

I problemi delle telefonate notturne erano appena iniziati. Quella fù solo la prima di una serie di squilli isterici che svegliavano tutta la famiglia nel cuore della notte.
Parole minacciose e biascicate, rese poco fluide dagli effetti dell'alcool, miste a pianti di sfogo, poi di nuovo, una sfilza di cattiverie ed accuse gratuite.
Non c'era orario. Potevano essere le due di notte, piuttosto che le quattro del mattino.
Non riuscivo più a controllare la situazione.
Qualche volta ho provato a staccare la cornetta, furtivamente, prima di andare a letto, ma non potevo farlo sempre.
Avevo nonni anziani, e se mai fosse accaduto qualcosa, non avrebbero avuto l'opportunità di chiedere aiuto.
Forse, furono proprio questi ultimi accadimenti che diedero la conferma ai miei genitori, di un sospetto latente e rifiutato fino a quel momento.
Il loro atteggiamento, nei miei confronti, divento improvvisamente distaccato e freddo.
La loro affettuosità diminuì, fino a sparire completamente. Non mi parlavano se non lo stretto necessario. Sparirono i sorrisi, le parole scherzose, gli abbracci a cui son sempre stata abituata.
Dal mio canto, facevo molta fatica anch'io a combattere questa freddezza. Sapevo di averli presi in giro da anni, e questo fatto mi provocava una morsa allo stomaco che non ne voleva sapere di attenuarsi. E questo agiva come freno.
Era chiaro che loro a quel punto, sapessero, ma non riuscivo a capire come e soprattutto cosa potessero sapere, e da chi poi.
Sospettai che Maddalena avesse spifferato tutto, ma la accusai ingiustamente. La fonte dalla quale avevano attinto, era un'altra..

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