giovedì 10 febbraio 2011

Freddo dentro e freddo fuori

Uscimmo da Genova ed imboccammo una strada Statale, mentre il mare si allontanava e le montagne sembravano essere sempre più vicine, tanto da poter essere sfiorate. Sentivo assottigliarsi anche il profumo della salsedine, e l'immaginazione mi faceva assaporare già il profumo della pelle di Juri.
Dopo circa un'ora di tragitto, arrivammo alle porte di un piccolo e desolato paese. Era Neirone. Lo attraversammo e una volta usciti dal centro abitato, imboccammo una stradina sterrata. Sembrava di essere nel Far West. Non c'era un'anima viva per le strade, e dalle finestre delle poche abitazioni uscivano luci fioche.
Finalmente la macchina dei genitori, che dominava la carovana di auto, si fermò. Un cascinale maltenuto, composto da un enorme fienile all'interno del quale si intravedeva una macchina agricola e una vecchia FIAT 127, e da una parte adibita ad abitazione, segnalava la fine della strada.
Uscii dal caldo abitacolo dell'auto, e fui avvolta dal gelo montano.
In quel momento avvertii una forte sensazione di disagio. Ma dov'ero? Cosa ci facevo li..? Per un attimo desiderai con tutta me stessa di tornare a casa, ma durò poco, giusto il tempo che precedette il momento in cui la porta del cascinale si aprì.
La luce dell'abitazione illuminò alle spalle la sagoma di Juri, che fermo sull'uscio sorrideva, guardando i movimenti che si svolgevano intorno ai veicoli parcheggiati alla rinfusa.
I suoi capelli erano di nuovo lunghi. Questa fù la prima cosa che notai.

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