mercoledì 12 giugno 2013

Sola e libera

Arrivai poco prima dell'ora di pranzo quella domenica a Castelnuovo, come ero solita fare. Ma stranamente non c'erano bambini a corrermi incontro. Non c'era neppure la musica e nessuna delle donne di famiglia era all'esterno delle carovane a imbandire il tavolo (che poi erano grandi assi appoggiate a cavalletti). 
Memore dell'ultima volta che un silenzio del genere era stato il prologo di un fatto molto grave, corsi verso la carovana dei genitori di Juri, luogo dove, alla luce di accadimenti particolari, si radunavano solitamente tutti i membri della famiglia.
Infatti erano li... Tutti quanti... ed aspettavano me.
Karin, con le lacrime agli occhi mi si butto letteralmente addosso, ed abbracciandomi forte disse in quel sinto che avevo imparato a parlare ed a capire, ma che oggi ho cancellato quasi completamente dalla mia memoria: "  Juri è andato via, è scappato con Valentina, stanotte.. E' andato via con lei..." 
E rimarcando la frase la ripeteva come una filastrocca... "Ha scelto lei, è andato via con lei per la vita...ha scelto lei...!"
Poi iniziarono le domande, mentre anni di sacrifici, di botte, di umiliazioni,  ma anche d'amore mi crollavano addosso.
" Perchè ha scelto di sposare lei? Perchè non sei andata tu via con lui? Cosa è successo? Perchè non ti ha portata via...perchè non ti ha aspettata?"
Ecco.. ora dovrei descrivere quello che ho provato in quel momento, ma non è così facile mettere per iscritto le innumerevoli sensazioni che mi bombardavano.
Posso dire che subito, ho avuto la sensazione di aver bruciato la mia adolescenza, di aver letteralmente buttato nell'immondizia gli anni più belli e spensierati della mia vita. 
Ho provato un senso irreale di vuoto, avevo dedicato a lui tutto ciò che era possibile dedicare, ed improvvisamente mi ritrovavo a non avere una ragione, un motivo per continuare la mia vita. Ero sola. 
Avevo ripudiato gli amici e le amiche, perchè con la loro razionalità avevano fatto di tutto per allontanarmi dai sinti. Vivevo per e con loro per tutto quanto mi era possibile fare. 
Ero sola, immotivata e .... libera. 
Questa parola "libera"  incominciò ad echeggiare nel mio cervello. Sola..e libera.
Libera di uscire, libera di trovare nuovi amici, libera di avere un fidanzato, di farmi le mie storie, libera di pensare, libera dalla paura di prendere schiaffi, libera da obblighi, libera di fantasticare su una vita tutta nuova, libera di vivere finalmente ciò che non avevo vissuto, perchè la presenza di Juri cancellava il resto del mondo. 
Ho pianto disperata mentre mani mi toccavano e braccia mi abbracciavano cercando di attenuare il dolore che provavo, ma quel dolore, nonostante fosse violento, portava con se un senso forte di liberazione.
Ed il secondo pensiero fu diretto ai miei genitori. Finalmente avrei donato anche a loro la serenità che meritavano.


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