mercoledì 14 luglio 2010

La Pellerina

Il mattino successivo mi alzai presto dopo una notte quasi insonne. Una pioggerellina autunnale cadeva fitta fitta e la prima cosa che pensai fù.."accidenti, l'umidità mi farà arricciare i capelli...".
Volevo essere bellissima per lui quella sera, e la giornata era ancora lunga. Il mio innato ottimismo mi portò ad immaginare che avrebbe smesso di piovere, e così fù.
Lavorai tutto il giorno cercando di concentrarmi su quanto stavo facendo. Un'impresa ardua.
Non parlai con le mie colleghe di quanto era accaduto la sera prima, avevo troppa paura che cercassero di convincermi a desistere, a non andare. Sapevo come la pensavano. Naturalmente non vedevano di buon occhio questo Sinto che definivano un emerito bastardo.
Tornai a casa prima del solito quella sera, mangiai con uno sforzo sovraumano, visto che l'ansia mi aveva letteralmente serrato lo stomaco. Poi mi preparai.
Dovetti inventare una scusa per uscire, non perchè i miei genitori non mi concedessero libertà , ma perchè portavo con me mia sorella, fatto inusuale per loro.
Quindi raccontai di una compagna di scuola trasferitasi nelle Marche, che non vedevo da tempo. Inventai che codesta compagna era ospite per qualche giorno dagli zii a Torino, e aggiunsi di averla sentita nel pomeriggio organizzando con lei una rimpatriata con annessa passeggiata in centro. In merito al portare con me Maddalena, affermai che la mia amica avrebbe portato con se la cuginetta, figlia degli zii che l'ospitavano.
Ora come ora, mi sembra una scusa ridicola, ma i miei genitori allora credettero. Avevano molta fiducia in me, ancora per poco però.
Raggiunsi in auto l'immenso Parco della Pellerina. La musica a palla della radio, aveva per un attimo messo a tacere mia sorella, che probabilmente eccitata per la situazione più che per il fatto di rivedere Juri, non era riuscita a stare zitta e ferma un solo minuto.
Parcheggiai l'auto sul corso adiacente al Parco, e scendemmo.
Lo sguardo iniziò a perlustrare il grande piazzale sterrato, che nel periodo di carnevale ospita le attrazioni, ai confini del quale inizia il Parco vero e proprio.
Premetto che La Pellerina è un parco immenso, attraversato dal fiume Dora. Non so quantificarne l'estensione, ma per rendere l'idea, potrebbe avere la stessa superficie di un vasto quartiere cittadino, con viali sterrati e non, che si inoltrano in mezzo a fitte boscaglie curatissime. All'interno sono presenti numerose aree ricche di attrezzi create per la ginnastica dei podisti, ed aree riservate ai pic nik domenicali. Ci si potrebbe addirittura perdere inoltrandosi in esso.
All'interno dell'area sterrata che ho menzionato poco fà, vi erano vecchie roulottes ed altrettanto vecchie grosse automobili , tipo Mercedes che nulla avevano a che fare con le campine e le carovane dei Sinti. Capii che erano insediamenti di zingari rom, e mi pentii di aver portato con me Maddalena, ma ormai ero li, non potevo tornare indietro. Mi feci coraggio, presi per mano mia sorella e mi incamminai verso l'ingresso, raccomandandomi con lei di non staccarsi da me per nessun motivo.

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