mercoledì 9 marzo 2011

Finalmente a casa



Arrivammo alla Foce più o meno verso le 14.00. Il tempo di salutare la numerosa famiglia, quindi io e Lucia ci mettemmo in cammino, sulla strada del ritorno.

Ricordo che non parlammo fino al casello di ingresso in autostrada. Entrambe eravamo immerse nei pensieri.

Una volta imboccata l'autostrada, le chiesi il motivo del suo silenzio.

C'è da dire una cosa che non ricordo sia già stata detta. Lucia era innamorata persa di Rubens, ma quest'ultimo non lo era assolutamente di Lucia. Ci giocava, ci scherzava, ma fra loro non c'era stato mai neppure un bacio. Così venne fuori che lei da questo breve soggiorno, aveva avuto grandi aspettative. Tutte rovinosamente crollate, visto che Rubens si era guardato bene di fermarsi a Neirone e dividere il letto con lei a capodanno, anzi, non era neppure presente al momento dei saluti, perchè sembra non fosse ancora rientrato dalla serata che, dopo la cena da nonno Giacomo, aveva continuato in qualche discoteca con amici. Probabilmente era invece finito nel letto di qualche gnoccolona genovese.

Lucia quando era triste e delusa, non piangeva. Non piangeva mai a dire il vero, ma le veniva una rabbia atroce. Così per tutto il tragitto sfogò la sua rabbia lanciando maledizioni e sciagure varie verso il povero e ignaro Rubens e verso tutto il resto della famiglia.

Finalmente verso le 17.00 fummo a Torino. Mi lasciò davanti a casa dandomi un freddo saluto e ripartì in direzione del paese.

Prima di salire a casa stetti sul marciapiede a guardare il balcone della mia camera, godendo del solo pensiero che li dietro c'era la mia stanza calda ed il mio letto pulito. Riuscivo da li sotto a sentirne il tepore.

Che strana la vita. Avevo provato gioia infinita, poche ore prima, al pensiero di raggiungere Juri a Neirone, ed ora provavo con la stessa intensità, gioia infinita per essere tornata a casa.

Pensai che è proprio vero che non si è mai contenti di nulla.

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