lunedì 7 settembre 2009

...così inizia la storia

Avevo circa 13 anni quando ho incominciato a godere di quel filo di libertà che i miei genitori finalmente avevano deciso di concedermi. Era l'estate di tanti anni fà, e come tutti gli anni anche quell'anno era arrivato settembre, esattamente la prima domenica del mese. Nel paesino dove trascorrevo le vacanze, la prima domenica di settembre coincideva con una grande festa, la festa patronale. Certo per un paese così piccolo, immerso nelle colline del Piemontesi, quella festa era un vero e proprio evento; i preparativi iniziavano già i primi di agosto, e ricordo che si girava di casa in casa per raccogliere vecchi oggetti, bomboniere mai esposte, giocattoli, e tutto quello che poteva servire per l'allestimento del banco di beneficenza. Quell'anno, alla luce dei miei favolosi 13 anni, finalmente anche io avevo il mio piccolo ruolo; insieme alla mia amica Lucia avevo il compito di passare in alcuni negozi, per raccogliere materiale per il famoso banco di beneficenza, nonchè aiutare il Parroco del paese a scrivere a mano i volantini da distribuire negli unici due bar del paese ove vi era illustrato tutto il programma di quei giorni di festa. Ma l'attrazione vera è propria ... quella che tutti aspettavano con ansia, erano le giostre .... e relativi giostrai. Percepivo l'eccitazione delle ragazzine un pochino più grandi di me, senza ancora capirne il motivo.... avrei capito qualche anno dopo...!
Il mercoledì antecedente la festa, la piazza principale del paese veniva invasa da grossi autoarticolati, sui quali rimorchi si potevano riconoscere le parti smontate delle giostre. Già nel pomeriggio il fragore delle lamiere accompagnava il lavoro degli "uomini delle giostre" , che poi a essere sinceri, erano più che altro ragazzi molto giovani......tutti indaffarati.... chi scaricava, chi montava le pedane, ognuno, aveva il suo compito, persino i bambini aiutavano per quanto potevano, mentre le donne entravano ed uscivano dalle grosse carovane, allestendo lo spiazzo antistante per la permanenza , quindi posizionando stendini, sedie e tavoli di plastica, catini per lavare la biancheria e via dicendo. Seduto sugli scalini della carovana, con lo sguardo sempre molto serio vi era un uomo silenzioso.... Aveva la classica "abbronzatura" del contadino, quella che genera le rughe profonde nella parte posteriore del collo e sulla fronte . Quell'uomo, che metteva quasi soggezione.... era il capostipite di quella numerosa famiglia .. ! Lui aveva solo il compito di controllare che tutti facessero la loro parte e che la facessero come Dio comanda.! C'era sempre profumo di cibo...!
Ricordo che vedendoli montare speravo che terminassero in serata, e che magari dopo cena, concedessero a noi ragazzine di fare qualche giro sull'autoscontro.

2 commenti:

  1. wow!!! mi hai fatto rivivere tuttoo...bravissima...
    aspetto il seguito, eh???

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  2. e poi...grande!!! ce l'hai fatta da sola!!! era facile, no?

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