mercoledì 23 settembre 2009

nuovi amici.. Ma di chi..?

E' passato un pò di tempo, chiedo scusa a coloro che attendevano il continuo, ma necessitavo di una pausa. Scrivere la mia storia ha risvegliato in me ricordi..particolari che pensavo di aver sotterrato o superato. Ora, grazie a D, mi sento pronta a ricominciare, o meglio a continuare il mio racconto.
Ebbi modo, nel mese successivo, di conoscere due nuove persone, che sempre più assiduamente, frequentavano la famiglia Rossi, raggiungendo i giostrai nelle varie località ove essi piazzavano le attrazioni. Due ragazzi all'apparenza simpatici e bonaccioni.
Due gagè pur sempre, ma guardati senza diffidenza dai miei amici giostrai. Avevano saputo conquistare la fiducia dei miei futuri "suoceri" ed ormai non c'era più giornata in cui non si fermassero a consumare pranzo e cena insieme a noi.
Cesare, detto "Ceres", ( lascio al lettore la ricerca dell'attinenza fra nome e soprannome) era il più affabile fra i due. Rideva per un nonnulla, brillante ed a voler vedere ardito e esagerato nelle sue manifestazioni, poi Dino, soprannominato Bonzo, più serioso e impenetrabile, una sfida per me, da sempre convinta che dietro quegli atteggiamenti si nasconda il classico "tormentato ma buono".
L'impulso di simpatia che provavo nei loro confronti, entrava però sempre di più in conflitto con una una profonda sensazione di fastidio. Eh si .. perchè ogni qualvolta erano presenti loro, (cioè sempre ormai) Juri si allontanava da me. Si appartavano lontano da tutti o si rifugiavano nel bar del paese ed erano eterne le ore in cui non sapevo dove fosse e cosa stesse facendo.
Cercavo di consolare me stessa, giustificando il loro comportamento. Ma si, in fondo gli uomini da sempre stanno con gli uomini, avranno da parlare, da raccontarsi le loro esperienze, parlare di donne probabilmente, magari davanti ad un boccale di birra o una caraffa di buon vino astigiano. E rifugiandomi in questo pensiero, trovavo sollievo concentrandomi sul sesso delle quaglie da consegnare a coloro che avevano ottenuto un buon punteggio al tiro a segno...( in realtà non sono mai riuscita a distinguere il maschio dalla femmina, ed i contadini facevano espressa richiesta, ai fini degli accoppiamenti..)
E giunse settembre e con esso, l'agognata festa del mio paesino.
Mi sembra fosse di venerdì, io pranzai a casa mia, con i miei genitori, poi dopo aver aiutato mia madre a risistemare la cucina, scesi in paese, con il solito entusiasmo di sempre.
Arrivai in piazza ed entrai nella carovana dei genitori di Juri. C'era un silenzio irreale, sembrava di essere in Messico, nell'ora della siesta. Erano le prime ore del pomeriggio, il sole era ancora molto alto, e faceva caldo nonostante fosse settembre. Il padre riposava, i fratelli anche, tutto il paese in realtà sembrava stesse riposando ( o forse lo ricordo così io ) la madre, seduta sulla solita sedia di legno posta all'ombra, spiumava una gallina, già in previsione della cena serale, mentre fra le nuore vi era chi lavava i pentoloni usando una pompa all'esterno e chi ramazzava freneticamente il perimetro delle carovane alzando un nuvolone di polvere.
I bambini giocavano, ma anche questa attività ludica si compiva nel pieno rispetto per chi stava riposando. Nulla di diverso rispetto al solito... no.. non è vero, mancava Juri, e all'appello mancavano anche Ceres e Bonzo.
Intorno alle 16.00, con il cessare della calura, tutto si risvegliò...il paese, la musica, le ragazzine che iniziavano ad arrivare, le auto dei ragazzi che giungevano dai paese attigui e che popolavano quelle strade solitamente semi-deserte.
Presi posizione al tirasegno. Lavoravo, ma il mio sguardo cercava in ogni istante di scorgere l'accapigliatura bionda a me tanto familiare, fra le persone, il cui numero aumentava con l'approssimarsi della sera.
Incomiciavo ad essere attanagliata dall'ansia..

1 commento:

  1. insomma 'sta rapina? mi vuoi far stare sulle spine? coraggio!! bacione

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